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Mondiali di Eugene: titoli iridati di maratona per gli etiopi Tola e Gebreslase


L’Etiopia domina i Campionati Mondiali di Maratona a Eugene nell’Oregon. Il nuovo campione iridato è Tamirat Tola che trionfa con il notevole crono di 2h05:36 dopo aver piazzato l’attacco decisivo al 34° chilometro. Per il trentenne, già argento a Londra nel 2017, oltre un minuto di vantaggio nei confronti del connazionale Mosinet Geremew (2h06:44), ancora secondo come nell’ultima edizione del 2019 a Doha staccando nel tratto conclusivo il belga Bashir Abdi (2h06:48), bronzo olimpico e primatista europeo, di nuovo al terzo posto per la seconda stagione consecutiva. Fuori dal podio il Kenya: alle spalle del canadese Cameron Levins che finisce quarto con il record nazionale di 2h07:09 c’è il fuoriclasse Geoffrey Kamworor, due volte re a New York, quinto al traguardo in 2h07:14.
È la maratona più veloce di sempre in una rassegna globale: nettamente battuto il primato dei campionati (2:06:54 del keniano Abel Kirui nel 2009), meglio anche del record olimpico (2h06:32). Ma anche il coronamento della carriera per Tola, bronzo olimpico dei 10.000 nel 2016, al terzo successo sulla distanza dei 42,195 chilometri e il più prestigioso dopo quelli ottenuti alle maratone di Dubai 2017 e Amsterdam 2021 dove è sceso a 2h03:39. In una fresca mattinata, con 13 gradi alla partenza e cielo coperto sui tre giri di 14 km tra Eugene e Springfield, il ritmo comincia ad aumentare dopo il decimo chilometro (30:53): si affaccia davanti Shumi Dechasa (Bahrain, poi nono in 2h07:52) poco prima della mezza a cui si arriva con una trentina di atleti nel gruppo principale in 1h04:08. Decisamente più rapida la seconda metà, caratterizzata da un parziale di 28:21 tra 30° e 40° km per il dominatore della gara. Vince l’Etiopia per la seconda edizione di fila, ma non completa la prova il campione uscente Lelisa Desisa, oro nel 2019, che esce di scena intorno al trentesimo chilometro.

Campionato mondiale femminile di maratona

L’Etiopia conquista anche la maratona mondiale femminile Gotytom Gebreslase, protagonista dell’allungo che risolve la sfida a un paio di chilometri dal traguardo per chiudere in 2h18:11 e demolire il record della manifestazione (2h20:57 della britannica Paula Radcliffe nel 2005). Al termine di un duello appassionante la 27enne piega la resistenza della keniana Judith Jeptum Korir, argento in 2h18:20 dopo aver dettato il passo nella fuga di coppia che caratterizza la gara tra il 27° e il 40° chilometro. Bronzo in rimonta per l’israeliana Lonah Chemtai Salpeter, campionessa europea dei 10.000, risalita fino alla terza posizione in 2h20:18. Una corsa veloce, lanciata dall’inizio su ritmi sostenuti, e come al maschile viene realizzato il miglior tempo di sempre in un evento globale considerando anche le Olimpiadi.
All’alba statunitense un clima fresco (12 gradi) accoglie le atlete: cast di alto livello, ma al via non c’è nessuna delle prime 15 ai Giochi della passata stagione. Si forma presto un gruppo di otto unità, che comprende i terzetti di Etiopia e Kenya. Dopo 18 km stop improvviso per la campionessa in carica, la keniana Ruth Chepngetich, bloccata da problemi di stomaco. Attaccano le etiopi Abebel Yeshaneh e Gotytom Gebreslase, che ha trionfato l’anno scorso nella classica di Berlino e in marzo si è piazzata terza a Tokyo dove è scesa a 2h18:18, tallonate da Judith Jeptum Korir e poi anche dall’altra keniana Angela Tanui. Il break con l’azione di Korir, vincitrice a Venezia nel 2019 e quest’anno a Parigi in 2h19:48. L’unica a rimanere in contatto è Gebreslase: aumenta progressivamente il vantaggio del tandem di testa, ma dietro al 34° km Salpeter e l’eritrea Nazret Weldu (poi quarta in 2h20:29) sorpassano Yeshaneh, che si ferma all’improvviso, e Tanui (sesta con 2h22:15). Bella prestazione di squadra delle statunitensi, con tre atlete nelle prime otto: quinta Sara Hall (2h22:10), settima Emma Bates (2h23:18), ottava Keira D’Amato (2h23:34). Per la seconda volta una maratoneta etiope si aggiudica il titolo mondiale, già conquistato da Mare Dibaba nel 2015.

Fonte Fidal

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.